Zelig 2025, la seconda è da sogno! Lunanzio e Max Angioni sugli scudi, ritorno in grande stile per Leonardo Manera e Raul Cremona

Rispetto a sette giorni fa il programma comico di Canale 5 ha mostrato un altro passo, con parecchi comici convincenti.

Jan 23, 2025 - 00:49
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Zelig 2025, la seconda è da sogno! Lunanzio e Max Angioni sugli scudi, ritorno in grande stile per Leonardo Manera e Raul Cremona

Incredibile ma vero: dopo una prima puntata da dimenticare, Zelig 2025 è risorto dalle sue ceneri dimostrando che è vivo e lotta insieme a noi. Nel secondo atto in onda in prime time su Canale 5 la stragrande maggioranza dei comici ha funzionato, con tanti protagonisti che hanno riscattato la prestazione deludente o così così di sette giorni prima.

Ma andiamo con ordine. La sigla di apertura dei bravissimi The Max Side of the Moon con il corpo di ballo conferma la buona confezione del programma. Ma per fortuna stavolta arrivano anche le risate. Si parte fortissimo con un Max Angioni in forma che tra Claudio Bisio e Vanessa Incontrada offre un ottimo monologo sulla scuola (geniale la battuta “La scuola dovrebbe preparare alla partita Iva: prendi 8, 4 se li tiene la classe“). Tra un comico e l’altro fa capolino più volte Vincenzo Albano, quest’anno nelle vesti del direttore di palco Uccio: il personaggio è decisamente azzeccato (“Prima ho sentito ridere: non è bello” e “Ma se ti pagano uguale a me“, quest’ultima rivolta a Vanessa Incontrada).

Migliora anche il 23enne Francesco Migliazza, che imbocca la strada dell’assurdo prima citando l’ora legale chitarra alla mano e successivamente con le finte firme di Michael Jackson e dei due conduttori nei panni del fan.

Ma il momento più divertente della serata è l’arrivo di Lunanzio. Il personaggio di Loris Fabiani appare trasformato rispetto alla prima timida uscita al Teatro degli Arcimboldi. Prende di mira Claudio Bisio per la sua calvizie con due battute fulminanti (“Ci sono notizie dal fronte?”; “Qualcuno ha ordinato un Globo?”). I suoi malapropismi, ovvero lo scambiare una parola per un’altra dal suono simile, sono irresistibili.

Si evolvono anche i debuttanti Virgigno (“Qualcuno ha mai provato a mettere il bollino della Chiquita sul pene? Io no”; “Non mi piace la parola ‘sdoganare’ con s privativa […] Allora diciamo ‘abato’ per dire che è domenica“) e Aurelio Sechi. Quest’ultimo non si limita a leggere le breaking news, ma spiazza quando all’improvviso dice “Anche mia figlia imita il cavallo: ca.a in piedi”. Si rivede anche Antonio Ornano, che lascia il segno nel rivivere i tempi del liceo classico.

Dado sbeffeggia l’omofobia di Vannacci in maniera originale (forse meglio il monologo della canzone). Gli succede un agente immobiliare molesto interpretato da Leonardo Manera. Il comico, che sembra ispirarsi a uno dei protagonisti di Casa a Prima Vista, fa un po’ fatica a trattenere le risate, ma si è inventato un personaggio parecchio divertente, nonostante toccate e doppi sensi a gogò rappresentino un materiale teoricamente rischioso.

Dopo due ore ad alti livelli, il ritmo di Zelig 2025 cala fisiologicamente nella seconda parte, ma qualcosa si salva: Raul Cremona si ripresenta come Silvano, il mago di Milano. I siparietti con Claudio Bisio e Vanessa Incontrada valgono il prezzo del biglietto agli Arcimboldi. Lo precede Nikolas Albanese, che sta iniziando a mettere a fuoco il suo personaggio. L’esordiente improvvisatore Elianto promette bene (per i milanesi: andate a vederlo live).

Da rivedere invece i Pan Pers. Enrico Bertolino porta un monologo anacronistico su Milano, Corinna Grandi non incide, resta un mistero infine l’esperto di trap Andrea Di Marco. Brillano meno rispetto a sette giorni prima con un numero da congresso di CL gli Oblivion, ma può capitare.

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