Silo 2×09 – La Recensione: il miglior episodio della stagione

Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla seconda stagione di Silo. Jimmy si trovava nel cuore del silo quando tutto cominciò. Le macchine ronzavano incessantemente, ma quel giorno non con il loro solito ronzio confortante. Il rumore era sopraffatto dalle grida. Le persone correvano nei corridoi stretti, urlavano e si spingevano… Leggi tutto »Silo 2×09 – La Recensione: il miglior episodio della stagione The post Silo 2×09 – La Recensione: il miglior episodio della stagione appeared first on Hall of Series.

Jan 14, 2025 - 13:38
Silo 2×09 – La Recensione: il miglior episodio della stagione

Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla seconda stagione di Silo.

Jimmy si trovava nel cuore del silo quando tutto cominciò. Le macchine ronzavano incessantemente, ma quel giorno non con il loro solito ronzio confortante. Il rumore era sopraffatto dalle grida. Le persone correvano nei corridoi stretti, urlavano e si spingevano lottando per spazio e aria. Jimmy non capiva cosa stesse succedendo. Il silo, per lui, era sempre stato uno spazio sicuro e confortante, un rifugio perfetto dall’inospitalità del mondo esterno. Eppure tutto, allora, sembrava crollare. Il padre, capo dell’IT, sapeva che l’unico posto sicuro era dove nessuno avrebbe mai cercato. Per questo disse al figlio di correre e di rinchiudersi all’interno di una stanza nascosta, facendogli promettere di non far mai entrare nessuno. Nemmeno l’uomo che, poi, arrivò con una pistola puntata alla tempia di suo padre.

Jimmy rimase rinchiuso nel bunker, rannicchiato e spaventato, al buio, per giorni. Si alzava solo per cercare cibo e acqua, muovendosi con attenzione, ascoltando ogni suono come un predatore in agguato. Ma lui non era un predatore. Era solo un bambino spaventato, nascosto in un mondo troppo grande e troppo ostile, senza più i suoi genitori. Aveva imparato a nascondersi e a muoversi nel labirinto di stanze e corridoi meglio di chiunque altro. Sapeva di non essere l’unico sopravvissuto: altri si aggiravano nel silo, affamati, disperati e, soprattutto, pericolosi. In molti avevano tentato di entrare nel suo bunker e non ci erano mai riusciti.

Poi tutto cambiò. Due persone riuscirono a entrare nel caveau del cibo e, in preda alla disperazione, lo ferirono al fianco mentre dormiva. Jimmy, spaventato, deluso e arrabbiato, dettato da un impulso irrazionale e crudele, ruppe la maniglia del caveau e li intrappolò all’interno, condannandoli a morte.

un frame degli occhi in primo piano che sbucano dal bunker
Apple TV+

Con il passare del tempo, il bunker divenne la sua casa. Parlava con se stesso per non impazzire e, per evitare nuovamente spiacevoli incidenti, non uscì più dal bunker. E così, Jimmy divenne Solo. Il ragazzino smarrito si trasformò in un uomo solitario, nascosto agli occhi del mondo. La solitudine crebbe con lui e iniziò a vivere in totale isolamento. Mentre il suo corpo cresceva e cambiava, Jimmy rimaneva un ragazzino, con tutte le insicurezze e le paure che con il tempo si trasformarono in paranoie e fobie. Insieme a lui, poi, crebbe anche il suo senso di colpa. Si sentiva direttamente responsabile per essere sopravvissuto e, soprattutto, per essere stato per alcuni il fautore di un destino ingrato. Non avrebbe potuto immaginare che quelle persone, morte per mano sua, erano genitori di figli che, crescendo, avrebbero un giorno cercato vendetta.

L’arrivo di Juliette nel silo 17 segna un punto di svolta inaspettato, e la dinamica di Solo inizia a cambiare. Inizialmente, è profondamente sospettoso e timoroso dal momento che, per lunghi decenni, ha visto ogni interazione come possibile minaccia. Eppure Juliette, grazie alla sua naturale empatia, comprende rapidamente che dietro l’ostilità di Solo c’è una ferita profonda. Si sforza di ascoltarlo e di rispettare i suoi limiti, costruendo gradualmente con lui un rapporto di fiducia. Presto scopre che non è solamente un uomo che vive nel vuoto del silo: è un’anima spezzata, intrappolata tra la colpa e il desiderio di sopravvivenza, un sopravvissuto che porta sulle spalle il peso del passato e il dolore delle decisioni prese in nome della vita.

Solo da bambino nel bunker in un episodio di Silo
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Il trauma non ha reso Solo solamente un sopravvissuto, ma anche un eremita che si aggrappa disperatamente all’idea di essere l’unico custode della sua sicurezza. Condividere finalmente il trauma del suo passato lo ha aiutato a capire meglio tutto ciò che gli è successo e, probabilmente, ad alleviare un poco il suo dolore e il suo senso di colpa. L’incontro con Audrey e gli altri figli di coloro che erano sopravvissuti segna un punto di svolta decisivo, preparandoci a un finale di stagione che, ne siamo certi, sarà assolutamente emozionante. Possiamo affermare che, per ora, questo nono episodio è per noi il migliore della stagione (qui su Apple TV+). Le tensioni accumulate trovano finalmente sfogo, preparando il terreno per un finale di stagione carico di aspettative.

Gli intrecci e le rivelazioni arrivano al momento giusto e nel modo giusto, e ciò dimostra la maestria di Silo nel costruire storie stratificate. La confessione di Solo è un momento catartico, rendendo il personaggio uno dei più tridimensionali della serie. Inoltre, il destino dei personaggi si intreccia in modo inaspettato e totalmente credibile. Non solo quello di Solo e degli altri sopravvissuti della silo, ma anche quello di tutti gli altri. Abbiamo ribadito più volte che Lukas Kyle è un personaggio fondamentale all’interno della storia, e questo episodio lo ha confermato. La sua insaziabile sete di conoscenza sembra aver portato i suoi frutti, facendolo arrivare dove pochi altri ci sono riusciti. Cosa succederà, adesso? Chi è (o cosa è) quella voce misteriosa? Un solo episodio non sarà sufficiente per andare a fondo a tutti i misteri ancora aperti. Dovremmo certamente aspettare (e sperare) in un’altra stagione.

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