Valentina Lodovini e Fabio De Luigi, protagonisti di “10 giorni con i suoi”: “Oggi per i giovani difficile credere nel futuro” | Intervista

Superguidatv intervista in esclusiva Fabio De Luigi e Valentina Lodovini che con "10 giorni con i suoi" riportano al cinema i Rovelli.

Jan 23, 2025 - 15:55
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Valentina Lodovini e Fabio De Luigi, protagonisti di “10 giorni con i suoi”: “Oggi per i giovani difficile credere nel futuro” | Intervista
10 giorni con i suoi

Il terzo capitolo delle avventure della famiglia Rovelli, 10 giorni con i suoi, porta il pubblico in Puglia, dove dovranno conoscere i genitori del fidanzato con cui la loro figlia maggiore andrà a vivere proprio a Bari. Una commedia che affronta con ironia temi importanti come il lasciare andare i figli e la genitorialità in età adulta.

Ne abbiamo parlato con i protagonisti Fabio De Luigi e Valentina Lodovini, insieme al regista Alessandro Giovannesi, in un’intervista esclusiva rilasciata a noi di SuperGuidaTV. Con loro abbiamo approfondito tematiche centrali del film, come le difficoltà dei giovani nel credere nel futuro, il ruolo del politicamente corretto nell’umorismo e il ribaltamento dei cliché culturali tra nord e sud.

10 giorni con i suoi, l’intervista a Lodovini, De Luigi e al regista Giovannesi

Questo è un film che affronta le tematiche del lasciare andare i figli, ma anche di diventare genitori in età adulta. Pensate che oggi sia più difficile per i figli?

Fabio De Luigi: “Il metodo, sappiamo, è sempre lo stesso. Difficile, non lo so. Sicuramente questo è un dato sotto gli occhi di tutti che viene ricordato spessissimo. Non se ne fanno più tantissimi, ma questo non è un film che voglia perorare la causa. Sicuramente accade, come accade anche a noi nel film, accade che ti trovi davanti a una situazione imprevista da quel punto di vista quando già pensavi di aver chiuso il negozio. E quindi doverlo riaprire porta con sé una serie di tematiche e di difficoltà che vengono, nel nostro caso, anche trasposti in linguaggio di commedia, ma ci sono anche temi… Questo è sull’avanzolazzo l’andare via i figli, è anche quello un momento di grande cambiamento che non può essere non affrontato, poi che lo si affronti in un modo aperto mentalmente come fa lei è molto meglio che non come faccio io, che cerco invece di mantenere tutto così com’è, cosa altamente impossibile, insomma, in una famiglia”.

Valentina Lodovini: “È talmente delicato il discorso, perché sono talmente tante le sfumature che ci sono che non è facilissimo. Infatti, in qualche modo io lo sto anche racchiudendo, perché secondo me è quello che prova la Giulia, a un certo punto forse tu credi nel futuro sì o credi nel futuro no? Perché si tratta di, no? Comunque concepire, mettere al mondo un’altra vita, per cui è quello. Se ti metti forse a cominciare a vedere problemi economici o a problemi di carriera è, no? Diventa ancora più complicato, non lo so. Io sono per il rispetto di tutti e vi lascio vivere, sono un fattore innocente, non so bene che dire. Però se devo essere un ottimo rispetto anche al nostro paese, al momento storico, credo che è molto difficile vedere un futuro per un giovane, ad esempio. Il nostro paese in particolar modo, ma non solo, vedere un futuro non è proprio così semplice obiettivamente”.

Come hai lavorato per rendere fresco il cliché della famiglia che dal nord va al sud?

Il regista Alessandro Giovannesi: “In che modo? Facendo in modo che anziché rappresentare il Sud in maniera retrograda e conformista, succede il contrario. Sono una famiglia benestante, in qualche maniera illuminata, da un punto di vista anche sociale. Poi è chiaro che hanno una calata, non parlo di noi in dialetto, ma senti da dove vengono e quel linguaggio è utilizzato in maniera comica. Però non è esattamente un cliché e questo credo sia lì. Come spesso succede nei film, dipende dagli attori. Quella freschezza lì sta nella recitazione, oltre che nella scrittura. Se hai attori che suonano in un determinato modo, quella musica ti sembra nuova”.

Fabio, oggi è più difficile far ridere con la questione del politicamente corretto?

Fabio De Luigi: “Non credo. Perché dovrebbe essere? La questione politicamente corretta è abbastanza sovrastimata. Cioè, alla fine questi famosi paletti non si sa né chi li mette, né rispetto a cosa. Ci si fissa a volte sull’uso delle parole, ma non ci si concentra abbastanza sul contesto in cui vengono dette. E quindi siamo un po’ tutti a parlarci addosso di questo politicamente corretto, perché in qualche modo ci sta opprimendo, ma in realtà questa oppressione io non la vedo. Cioè, le regole te le dai tu, non vedi chi fa le cose. E poi, chi vede deve avere la capacità di capire l’intenzione e cose lì, insomma”.

Il film “10 giorni con i suoi” arriva nelle sale cinematografiche dal 23 gennaio.

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