Il controverso concetto di gioco e morale di Jimmy McGill
Quando pensiamo a Jimmy McGill (puoi recuperare qui le sue avventure, disponibili su Netflix) ci troviamo di fronte a una figura che sfida ogni tentativo di comprensione semplice. Da un lato, è un uomo brillante, capace di straordinarie manipolazioni legali, ma dall’altro, dietro il suo sorriso sardonico e la sua parlantina irresistibile, si nasconde una… Leggi tutto »Il controverso concetto di gioco e morale di Jimmy McGill The post Il controverso concetto di gioco e morale di Jimmy McGill appeared first on Hall of Series.
Quando pensiamo a Jimmy McGill (puoi recuperare qui le sue avventure, disponibili su Netflix) ci troviamo di fronte a una figura che sfida ogni tentativo di comprensione semplice. Da un lato, è un uomo brillante, capace di straordinarie manipolazioni legali, ma dall’altro, dietro il suo sorriso sardonico e la sua parlantina irresistibile, si nasconde una personalità complessa, combattuta tra le sue aspirazioni, le sue paure e il suo concetto personale di moralità. Ecco che il “gioco” emerge come uno degli aspetti più affascinanti e controversi della sua natura: un gioco che non è solo una questione di strategie legali o di astuzia, ma una vera e propria filosofia di vita, in cui le regole vengono continuamente rielaborate, e la moralità diventa un concetto fluido, da maneggiare come una pedina in una partita che sembra non finire mai.
Il concetto di “gioco” come meccanismo di sopravvivenza
Fin dai primi episodi della serie, vediamo come Jimmy approcci alla vita in modo diverso rispetto agli altri. Piuttosto che affrontare la durezza della realtà con un atteggiamento serio e responsabile, egli adotta una visione infantile e irriverente del mondo. Il suo comportamento, quasi da bambino che gioca per svagarsi, è una reazione a un mondo che gli sembra ostile e incomprensibile. La sua infanzia difficile, la figura autoritaria del fratello Chuck, e la costante sensazione di non essere mai all’altezza, lo portano a interpretare la vita come un gioco: una partita che può vincere solo utilizzando astuzia e ingegno, non seguendo mai le regole imposte dagli altri.
Jimmy McGill non è solo un uomo che cerca di risolvere i problemi con le sue intuizioni legali, è qualcuno che vede ogni sfida come una situazione da manipolare, da “giocare” a suo favore.
La sua capacità di improvvisare soluzioni a problemi complessi e la sua spiccata arguzia sono abilità che usa per sfuggire alla gravità della vita, per non farsi sopraffare dal peso delle aspettative e dalle leggi morali che lo circondano. Il gioco per lui è una scappatoia. Non si tratta di un semplice strumento per ottenere vantaggi pratici, ma di un meccanismo di protezione emotiva: nel suo mondo, le regole possono essere adattate, piegate, riscritte, mentre il mondo reale sembra imporsi su di lui con un’inevitabilità che lo spaventa.
Questa distorsione della moralità è un altro elemento fondamentale del comportamento di Jimmy. Inizialmente, il personaggio sembra agire nel rispetto delle regole, ma è chiaro che la sua relazione con la giustizia è tutt’altro che lineare. Jimmy sviluppa un meccanismo per evitare la moralità tradizionale, un modo per aggirare le convenzioni che la società gli impone. In ogni episodio, vediamo come utilizza la sua irriverenza verso il sistema legale per creare delle “scappatoie”, una vittoria personale contro una giustizia che gli appare spesso ingiusta e inadeguata.
L’evoluzione di Jimmy McGill in Saul Goodman, l’avvocato senza scrupoli, diventa il culmine di questa distorsione della morale.
Saul non è solo un uomo che rappresenta i criminali per denaro o per notorietà, ma è qualcuno che, con una consapevolezza quasi sadica, gioca con le leggi, le manipola e le piega alla sua volontà. Il gioco diventa una forma di scherno nei confronti di un sistema che lui considera marcio e fragile. Le leggi, secondo Jimmy/Saul, non sono altro che strumenti da maneggiare, non principi assoluti che determinano ciò che è giusto o sbagliato. Ma la realtà è che, pur cercando di ignorare le implicazioni morali delle sue azioni, è proprio il suo gioco che lo porta ad affrontare continuamente le sue contraddizioni morali.
È un uomo che sembra sorridere delle regole, ma che è destinato, nel profondo, a confrontarsi con le proprie dissonanze morali.
Ogni volta che manipola una situazione o distorce la verità per ottenere un vantaggio, Jimmy si allontana ulteriormente da una moralità convenzionale, ma è altrettanto chiaro che sta giocando con un fuoco che, prima o poi, potrebbe bruciarlo. In un certo senso, il suo “gioco” è sempre una lotta contro se stesso, un tentativo di negoziare con la propria coscienza, un modo per risolvere le sue contraddizioni senza mai affrontarle direttamente. Jimmy McGill non è solo un abile manipolatore delle leggi, è anche un uomo profondamente segnato dalle sue esperienze di vita.
Sebbene cerchi di allontanarsi dalle convenzioni morali, i suoi sforzi di manipolazione e la sua capacità di sfidare il sistema sono in realtà il riflesso della sua lotta interiore. Alla fine, la visione di Jimmy McGill del mondo come un gioco è una tragedia in sé. Ogni sua azione, ogni sua manipolazione, ogni sua mossa legale è un tentativo di affrontare la sua solitudine, le sue insicurezze, le sue delusioni. Ma, nel farlo, finisce per perdersi in un gioco senza fine, che lo definisce e allo stesso tempo lo consuma. In questo, non è solo un abile manipolatore: è un uomo che sta cercando di giocare con le regole della vita stessa, sperando che, in qualche modo, riuscirà a vincere.
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