Arm vuole più soldi dai chipmaking: royalty triplicate entro il 2029

La società britannica le sta studiando tutte per capitalizzare il suo ruolo nevralgico nell'attuale economia dei semiconduttori.

Jan 14, 2025 - 14:22
Arm vuole più soldi dai chipmaking: royalty triplicate entro il 2029

In tempi relativamente recenti Arm ha portato in tribunale Qualcomm nel tentativo di ottenere più royalty. Ha perso la causa, ma dal procedimento sono emersi alcuni documenti con prove di un piano per incrementare gradualmente i prezzi delle licenze, con l’obiettivo ultimo di arrivare a triplicarle. L’iniziativa è nota internamente con il nome in codice “Picasso”, e risale a diversi anni fa - le prime tracce sono comparse addirittura nel 2019: “l’endgame”, per così dire, era già stato delineato in quel momento: incrementare gli introiti di 1 miliardo di dollari entro il 2029, quindi in dieci anni circa.

La posizione di Arm è piuttosto curiosa. La società inglese è alla base di praticamente qualsiasi chip con architettura ARM, siano essi di Qualcomm, Apple, Microsoft, MediaTek o chiunque altro. Arm progetta le architetture di CPU e GPU, poi i vari chipmaker le integrano nei loro chip o chiplet, con più o meno accorgimenti e ottimizzazioni. Nonostante questa “ubiquità”, chiamiamola così, Arm è rimasta relativamente piccola, almeno se paragonata ai suoi principali clienti come, appunto, Apple e Qualcomm. Arm è stata comprata nel 2016 dalla giapponese SoftBank, che dopo un periodo relativamente breve ha provato a disfarsene. NVIDIA era interessata, ma in ultimo l’affare è andato a monte per via delle autorità Antitrust di diversi Paesi.

La dirigenza di Arm e SoftBank è convinta che questo relativo insuccesso economico sia dovuto a un business model in ultimo poco efficace. Il gruppo ha provato a proporre a grossi clienti come Qualcomm e “Fender” (il nome in codice interno di Apple) hardware già pronto all’uso, a fronte naturalmente di licenze più costose, ma ormai entrambe hanno già acquisito la capacità di integrare i design in autonomia e quindi l’idea non ha attecchito. Arm aveva addirittura considerato l’ipotesi di scendere direttamente in campo con un proprio processore o system-on-chip, e benché per ora non l’abbia ancora fatto non è un’eventualità che si esclude per il futuro.


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