ACAB, recensione: la serie TV Netflix mostra splendidamente senza censure luci e ombre della celere
ACAB la serie tv Netflix è la degna erede del film di Sollima, un racconto senza giudizi che trascriverà lo spettator. La recensione in anteprima.
Quando ordine e caos si intrecciano, emergono storie capaci di scavare nell’anima di una società. ACAB (All Cops Are Bastards), disponibile su Netflix dal 15 gennaio 2025, si impone come una narrazione intensa e senza filtri, che scava nelle contraddizioni dell’essere umano dietro una divisa. In questa recensione della serie tv ACAB, esploriamo come la serie affronti con straordinaria profondità la vita e i tormenti della celere, ponendo al centro un personaggio indimenticabile, Mazinga, interpretato da Marco Giallini.
ACAB serie TV, la recensione di un successo annunciato
Era un successo annunciato: ACAB la serie tv, tratto dall’opera di Carlo Bonini e ispirato al film cult del 2012, arriva al momento giusto, in un contesto sociale che sembra richiedere più che mai una riflessione sul rapporto tra Stato, violenza e giustizia e su questo dualismo narrativo si concentra l’analisi della recensione. La serie non si limita a raccontare scontri di piazza, ma penetra nei cuori e nelle menti di chi vive sulla linea sottile tra la legge e il disordine.
ACAB è un racconto necessario oggi come lo era 14 anni fa, quando il film di Sollima scosse il pubblico per la sua brutalità e la sua onestà. Il suo arrivo coincide con un momento storico difficile, segnato dagli scontri per la tragedia di Ramy. La serie spinge lo spettatore a guardare oltre il casco e gli scudi, mostrando la complessità di chi viene mandato in piazza per rappresentare lo Stato.
La regia di Michele Alhaique, fedele alla tensione narrativa del film originale, immerge il pubblico in una realtà claustrofobica, dove ogni decisione può essere fatale. Le sequenze di scontri sono potenti e realistiche, capaci di trasmettere la paura e la determinazione che abitano i protagonisti.
Ma la vera forza di ACAB è il suo equilibrio. Non giudica, non prende posizioni, ma mostra. Mostra la fragilità di chi vive al limite, la fatica di chi deve mantenere il controllo e la realtà di un mondo dove spesso non esiste una linea netta tra giusto e sbagliato.
Marco Giallini, con la sua straordinaria interpretazione, ci guida in questo viaggio emotivo, facendoci comprendere come anche il più coriaceo dei celerini possa sentirsi abbandonato. Mazinga è un personaggio che resta nel cuore, simbolo di un sacrificio troppo spesso invisibile, ma sempre presente. In un panorama televisivo che ha bisogno di coraggio, ACAB si distingue come un prodotto unico e necessario e la recensione della serie tv non può che essere pienamente positiva.
Dai No Tav alle partite, un racconto crudo e reale
ACAB si apre con una notte di scontri in Val di Susa, ma la serie non è solo un catalogo di proteste. Dal cantiere No Tav alle curve degli stadi, ACAB offre uno spaccato della realtà sociale italiana, mostrando un mondo dove la piazza diventa il simbolo del conflitto tra Stato e cittadini.
Il caos non è solo un elemento esterno: abita anche dentro i protagonisti. Mazinga è l’esempio perfetto. Veterano del Reparto Mobile, Mazinga incarna il vecchio celerino per il quale la divisa è tutto: un simbolo di appartenenza, di sacrificio e di lealtà assoluta. Ma, con il ferimento del suo capo e l’introduzione di un nuovo comandante con idee riformiste, anche lui è costretto a fare i conti con una realtà che cambia troppo in fretta. Lo spettatore lo vede crollare sotto il peso di un sistema che non lo protegge, di uno Stato che troppo spesso lascia i suoi uomini soli a combattere.
Mazinga non è solo un simbolo della vecchia scuola della celere, ma anche una figura tragica. Tra una casa vuota e un giardino che cura come unica fonte di pace, il suo personaggio rappresenta il sacrificio silenzioso e, allo stesso tempo, la rabbia di chi sente di essere stato dimenticato nonostante si sia sacrificato.
Il cast della serie ACAB
Marco Giallini con il suo Mazinga è il cuore pulsante di ACAB, un uomo che vive la divisa come una missione e che si aggrappa al cameratismo della squadra per trovare un senso. La sua interpretazione dà profondità e sfumature a un personaggio apparentemente rigido, mostrando un uomo spezzato, combattuto tra il senso del dovere e un desiderio crescente di libertà.
Accanto a lui, Adriano Giannini dà vita a Michele, simbolo di una polizia riformista che fatica a trovare spazio nel caos quotidiano. Valentina Bellè è Marta, una donna forte che lotta per mantenere equilibrio tra lavoro e vita privata, mentre Pierluigi Gigante e Fabrizio Nardi completano il quadro con personaggi autentici e intensi.
Quando esce e il numero degli episodi di ACAB
La serie tv ACAB sarà disponibile su Netflix dal 15 gennaio 2025 e si compone di sei episodi. Ogni capitolo rappresenta un tassello di un racconto più ampio, che alterna momenti di tensione ad altri di profonda introspezione dei personaggi.