ACAB, la serie Netflix: uscita, cast, trama e location dell’adattamento dell’omonimo romanzo
Dal libro di Carlo Bonini era stato tratto anche un film nel 2012; ora ACAB diventa una serie tv che segue il lavoro di un gruppo del Reparto Squadra Mobile di Roma in Val di Susa
Prima il libro, poi il film, e ora ACAB diventa una serie tv: dal 15 gennaio 2025 su Netflix è possibile vedere l’adattamento del romanzo di Carlo Bonini (edito da Feltrinelli) che aveva ispirato il film del 2012 diretto da Stefano Sollima. Una storia che, come nei casi precedenti, si sofferma sull’attuale tema dell’equilibrio tra ordine e caos, dal punto di vista di chi, l’ordine pubblico, deve mantenerlo anche nelle situazioni più incandescenti. Se volete saperne di più, proseguite nella lettura!
ACAB la serie, uscita
La data di uscita della serie è mercoledì 15 gennaio 2025, su Netflix.
ACAB la serie, quante puntate sono?
In tutto, gli episodi della serie tv sono sei, della durata tra i 40 e i 60 minuti, tutti disponibili su Netflix dal 15 gennaio 2025.
ACAB la serie, il cast
Rispetto al film del 2012, il cast è totalmente rinnovato con nuovi personaggi e interpreti, fatta eccezione per il personaggio di Mazinga, interpretato da Marco Giallini, presente anche nella pellicola cinematografica.
- Marco Giallini è Mazinga (Ivano Valenti);
- Adriano Giannini è Michele Nobili;
- Valentina Bellè è Marta Sarri;
- Pierluigi Gigante è Salvatore Lovato;
- Fabrizio Nardi è Pietro Fura;
- Donatella Finocchiaro è Anna Fura;
- Federico Mainardi è Juri Bonamin;
- Daniele Natali è Antonino Flores;
- Maurizio Tesei è Enzo Pignarelli;
- Aniello Arena è Arturo Manna;
- Chiara Muscato è Daniela Nobili;
- Fulvio Pepe è Gianmarco Levi;
- Flavia Leone è Emma Nobili.
ACAB la serie, trama
Una notte di feroci scontri in Val di Susa. Una squadra del Reparto Mobile di Roma resta orfana del suo capo, che rimane gravemente ferito. Quella di Mazinga (Marco Giallini), Marta (Valentina Bellè) e Salvatore (Pierluigi Gigante), però, non è una squadra come le altre, è Roma, che ai disordini ha imparato ad opporre metodi al limite e un affiatamento da tribù, quasi da famiglia.
Una famiglia con cui dovrà fare i conti il nuovo comandante, Michele (Adriano Giannini), figlio invece della polizia riformista, per cui le squadre come quella sono il simbolo di una vecchia scuola, tutta da rifondare. Come se non bastasse il caos che investe la nuova formazione nel momento di massima fragilità interna, si aggiunge quello dato da una nuova ondata di malcontento della gente verso le istituzioni. Un nuovo “autunno caldo” contro cui proprio i nostri sono chiamati a schierarsi e in cui ogni protagonista è costretto a mettere in discussione il significato più profondo del proprio lavoro e della propria appartenenza alla squadra.
ACAB la serie, regista e sceneggiatori
Dietro la macchina da presa troviamo Michele Alhaique, che per la tv ha diretto Solo-La serie, Bang Bang Baby e Romulus. “Mi sono interrogato a lungo”, ha detto, “su come potessi mettere al centro del racconto seriale una squadra del reparto celere. La serialità di genere si appoggia troppo spesso a personaggi che rischiano di diventare cliché o di costruire dinamiche con tono retorico. E questa possibilità mi spaventava moltissimo. Per riuscire a evitare ciò era necessario provare a vedere cosa c’è oltre la divisa. I quattro protagonisti, ma di fatto l’intera squadra che raccontiamo, composta da dieci elementi, mi hanno dato la possibilità di indagare da vicino un mondo chiuso, con le sue regole, impossibili da decifrare se non avvicinandosi a piccoli passi e mettendo da parte il giudizio. Ho cominciato a lavorare con gli attori e a ragionare sulle relazioni dei loro personaggi e sui loro conflitti. Questo processo iniziato prima delle riprese mi ha permesso di vedere con quale lente avrei potuto portare il racconto in una sfera più intima. La serie non si pone l’obiettivo di dare delle risposte ma proverà a portare lo spettatore dentro questo mondo affinché, attraverso le storie di questi personaggi, possa anch’esso porsi le stesse domande”.
A ideare la serie, invece, Carlo Bonini (autore del libro da cui è tratta) e Filippo Gravino (Romulus). “Due sono i temi che scatenano i conflitti del nostro racconto: ordine e caos”, hanno spiegato. “A moderare questa antinomia le società moderne utilizzano due forme di controllo: la legge e la morale. Necessarie a tracciare una linea di confine. Da una parte c’è tutto ciò che è lecito, giusto o semplicemente accettato dalla società: amore, famiglia, aspirazione alla felicità, libertà individuale, rispetto degli altri. Dall’altra parte c’è il caos, tutto ciò che è al di fuori della legge e della morale: illegalità, tradimento, violenza, vendetta. La domanda tematica dalla serie attraversa i due piani, quello sociale e quello individuale. I poliziotti si trovano, così, prigionieri di esistenze bipolari, dominate dal paradosso per cui per ristabilire l’ordine sono chiamati ad utilizzare strumenti e metodi che mettono continuamente alla prova le leggi e la morale, la loro interpretazione e il loro reciproco rapporto. La nostra serie indaga le conseguenze umane e sociali di questa pericolosa scissione. Il vero problema per i palombari è tornare a casa”.
Bonini e Gravino hanno anche scritto il soggetto di serie, con Elisa Dondi e Luca Giordano. I quattro hanno scritto anche i soggetti di puntata e le sceneggiature, con Bernardo Pellegrini (La lunga notte). A produrre Riccardo Tozzi per Cattleya (parte di ITV Studios), in collaborazione con il Ministero della Cultura Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e con il sostegno della Regione Lazio – Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo.
Dov’è stata girata la serie ACAB?
Le riprese sono state effettuate tra il Lazio e il Piemonte. Nel Lazio, il set è stato allestito a Roma, a Velletri, mentre in Piemonte a Bardonecchia e in Val di Susa.
ACAB serie tv, colonna sonora
Le musiche della serie sono state curate dai Mokadelic, già noti per il loro lavoro su Gomorra-La serie e Citadel-Diana. “La sperimentazione sonora”, hanno detto, “si sposa con una cura meticolosa per i dettagli, dando vita a una colonna sonora che si muove a cavallo tra elettronica e sonorità più classiche. Il risultato è un’esperienza musicale capace di mantenere una tensione incessante dal primo all’ultimo fotogramma. Questa tensione non concede tregua ai protagonisti né alle loro vicende, li intrappola in una spirale claustrofobica, dove nulla trova una soluzione e tutto sembra precipitare in un abisso di inquietudine costante”.
Dove vedere in streaming ACAB la serie?
È possibile vedere ACAB la serie solo su Netflix: è quindi necessario avere un abbonamento alla piattaforma. Ci si può abbonare all’abbonamento Standard con pubblicità (6,99 euro al mese), Standard (13,99 euro al mese) e Premium (19,99 euro al mese).