Zelig 2025, una prima da sbadigli. Solo gli Oblivion non deludono. Bisio e Incontrada: che succede? Alla fine non è colpa di nessuno

Gente che porta la brutta copia del pezzo dell'anno scorso, esordienti impiegati male, conduttori sottotono: ma è difficile trovare dei colpevoli stavolta.

Jan 16, 2025 - 09:08
Zelig 2025, una prima da sbadigli. Solo gli Oblivion non deludono. Bisio e Incontrada: che succede? Alla fine non è colpa di nessuno

Difficile ricordare una prima come quella di Zelig 2025 così anonima. Gente che ha portato la brutta copia del pezzo dell’anno scorso, esordienti impiegati male, perfino i due conduttori per una volta si sono rivelati sottotono. Ma andiamo con ordine ad analizzare il kick off del fu reparto di ostetricia (espressione che Paolo Bonolis usava per le sue Nuove Proposte sanremesi) della comicità italiana.

Zelig 2025: la resident band The Pax Side of the Moon nuovi Neri per Caso?

Con un ritardo di almeno due mesi dalla fine delle registrazioni, la trasmissione parte con la nuova resident band The Pax Side of the Moon, che realizza un centone di Demasiado Corazon, trasformato in Sebastiano, che ore son?. La band ha tutti i numeri per trasformarsi nei Neri per caso di Zelig, ma nel resto della puntata sarà sottoutilizzata. La cornice del corpo di ballo DanceHaus Hip Hop Department di Susanna Beltrami fa sperare quindi in una confezione molto più curata delle precedenti edizioni. Purtroppo non sarà così.

Ecco quindi arrivare Claudio Bisio e Vanessa Incontrada a salutare il pubblico del Teatro degli Arcimboldi di Milano. I due presentatori, decisamente dei fuoriclasse, più volte hanno cercato con il loro talento di salvare puntate molto deboli. Stavolta abdicano inconsapevolmente al ruolo di salvatori: nonostante una complicità ventennale, ripetono un canovaccio alquanto annacquato. Le battute sul filo del microfono le aveva già fatte Fiorello. E anche come spalle funzionano poco, ma ci arriveremo.

Lunanzio, il Teatro degli Arcimboldi si rivela dispersivo

Nemmeno dopo qualche secondo si materializza sul palco il giovane Francesco Migliazza, chitarrista rimasto traumatizzato dopo aver visto uno spagnolo su Tik Tok. Il ragazzo ha sicuramente degli ottimi tempi comici, ma non gli si fa un favore riproponendolo altre tre volte. La buona ricezione di un artista dipende anche dal saper distanziare nel tempo le sue apparizioni. Ma l’obiettivo ormai è arrivare a mezzanotte per salvare lo share.

Le esibizioni comunque si susseguono velocissime: dopo Migliazza tocca al mago Nikolas Albanese, che purtroppo non è Mago Forest, ma nemmeno Raul Cremona. Lo rivedremo dopo un’ora e mezzo, entrambe le volte senza lasciare il segno. Significa che non sia bravo? No, significa che magari il piccolo schermo a questo giro non gli abbia reso giustizia.

E non funziona alla prima apparizione fuori dalla tv in streaming nemmeno il promettente Lunanzio, vincitore del talent di Lol e concorrente della quarta edizione. Il personaggio di Loris Fabiani dal vivo fa sganasciare dalle risate (chi è di Milano e segue le serate del Ghe Pensi Mi lo sa bene), ma gli Arcimboldi forse sono troppo dispersivi per lui. Le battute in pseudoitaliano antico, seppur molto buone, si perdono. E con quel correre qua e là sul palco come un ossesso l’effetto mal di mare è garantito. Bisio e Incontrada non lo spalleggiano a dovere.

Max Angioni porta una ventata di ottimismo, ma la tv gli sta stretta

Qualche veterano qua e là comunque si rivede: Max Angioni abbandona finalmente i panni del concorrente da reality e veste quelli del monologhista. Porta una ventata di ottimismo, ma per lui abituato a sbancare i teatri la tv si rivela una gabbia anacronistica. Maurizio Lastrico accantona Dante per l’autocompiacimento, Antonio Ornano dimostra tanto mestiere ma rimane nella sua comfort zone.

C’è anche chi fa peggio: Federica Ferrero si presenta con la brutta copia del mitico pezzo dell’anno scorso sulla chat delle mamme. La “perfettissima” (cit. di Cristiano Malgioglio) pagellatrice del Corriere della Sera Grazia Sambruna le assegnò un dieci. Dubitiamo che stavolta tornerà a casa con lo stesso voto.

Lazza snobba il GialappaShow per la lenta conferenza stampa di Zelig

La riesumazione del format della conferenza stampa non brilla come nelle passate edizioni: l’ospite di turno è Lazza, la cui presenza avrebbe avuto molto più senso al GialappaShow, vista l’imitazione di Brenda Lodigiani (che il diretto interessato non avrebbe gradito). L’idea rimane geniale, ma qualcosa si inceppa sulle gag di Davide Paniate, Federica Ferrero e Silvio Cavallo. 

Tra gli esordienti con doppia esibizione sul palco, qualche sorriso lo regala con Virgigno, che sostituisce “amen” con “a meno che” nelle preghiere. Le breaking news di Aurelio Sechi sono troppo innocue, forse ci vorrebbe una confezione più elaborata per il numero di un comico che esce semplicemente a leggere un foglietto. L’unica performance del deb Andrea Di Marco prende in giro la trap

In seconda serata Maria Pia Timo e Vincenzo Comunale non aiutano ad arrivare svegli a mezzanotte. La prima parla di prosciutti, il secondo è un talentuoso stand up comedian che ha il problema di dover rinunciare a troppe cose che in tv non si possono dire e ripiega sui cellulari. L’esuberante Ippolita Baldini fa il copia e incolla dalla stagione scorsa.

Zelig, il canovaccio anni ’90 con Assane Diop

Era una delle new entry più interessanti dell’edizione, ma Zelig è riuscito a rovinare pure lui. Assane Diop, da Brescia con furore, molto bravo negli spettacoli live e ottimo a Zelig Lab, da monologhista fuoriclasse si è ritrovato nei panni del nero con la ridarella come se fossimo rimasti ai tempi di Idris Sanneh a Quelli che il calcio con Fabio Fazio. Le sue battute sferzanti sono rimaste soffocate dalla presenza ingombrante dei due conduttori. La prossima volta lasciatelo solo. Non siamo più negli anni ’90.

Gli Oblivion non deludono mai. Un appello ai comici

Non è tuttavia tutto da buttare per la prima di Zelig. Gli Oblivion incantano il Teatro degli Arcimboldi con un centone sulle note di Barcelona, convertito in Pordenone. La performance, con una Vanessa Incontrada finalmente strepitosa, è la cosa migliore della puntata. Ma loro lavorano con la musica, non fanno battute.

In conclusione di questo pezzo, voglio rivolgermi ai comici. Non prendetevela per questa recensione. Non è colpa vostra, non è colpa di Bisio e Incontrada, non è colpa degli autori, non è colpa di nessuno. I tempi sono cambiati e come si è scritto a proposito di Max Angioni, la televisione è una gabbia anacronistica. Interi repertori sono improponibili in televisione non per il politicamente corretto, ma perché la comicità oggi funziona nei locali e nei teatri, posti nei quali si stabilisce un patto tra artista e pubblico, un’intima complicità. Ci sono comici che a teatro riescono perfino a bestemmiare, con la bestemmia che si rivela assolutamente funzionale al pezzo. Fate comunque bene ad andare in televisione per ingolosire il pubblico.

Quanto a Zelig, sicuramente si potrà pescare qualcosa di meglio dall’ottimo vivaio di Zelig Lab e dagli infiniti open mic di cui pullula il Paese, ma oggi la comicità è decisamente da un’altra parte.