TVBLOG ai pre ascolti in anteprima delle canzoni di Sanremo 2025: opinioni, commenti e pareri

Sanremo 2025, ascolto giornalisti delle canzoni in gara: promossi e bocciati, i primi commenti, opinioni e pareri sui brani in gara.

Jan 20, 2025 - 17:15
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TVBLOG ai pre ascolti in anteprima delle canzoni di Sanremo 2025: opinioni, commenti e pareri

Oggi, a Milano, anche noi di TVBLOG eravamo presenti ai pre ascolti delle canzoni del Festival di Sanremo 2025. Carlo Conti, davanti alla stampa, ha fatto ascoltare (nell’ordine che potete vedere qui sotto), i 30 brani in gara dall’11 al 15 febbraio. C’è attesa, curiosità nel sentire quali sono i pezzi che hanno convinto il conduttore e direttore artistico. Inizialmente 24, le canzoni sono poi aumentate fino ad arrivare alla trentina, proprio perché meritevoli tutte (secondo quanto dichiarato) di essere selezionate.

Tra gli autori dei testi spicca la presenza di Federica Abbate e Davide Petrella mentre, per alcuni colleghi, ci sono anche canzoni firmate da Blanco, Mahmood, Tiziano Ferro e Nek.

Non è semplice farsi un’idea dei brani al primo ascolto, tutti insieme, soprattutto perché un pezzo, molte volte, necessita di più attenzione prima di conquistare il pubblico. Per questo motivo, a seguire, troverete le opinioni e i commenti a caldo sugli inediti in gara al Festival di Sanremo 2025. Abbiamo inserito l’opzione “freccia su, media, giù” a riassumere le sensazioni, ben consci che stiamo parlando sempre di un primo ascolto e che i pareri, durante le esibizioni live, potrebbero cambiare… in meglio o in peggio.

Ascolti giornalisti Sanremo 2025, le 30 canzoni in gara: opinioni e commenti, promossi e bocciati

Francesco Gabbani, “Viva la vita”: Romantica. Si possono ritrovare atmosfere alla “Viceversa” e non “Occidentali’s Karma”, prendendo ad esempio i due pezzi più noti portati sempre su quel palco. Un inno alla vita “Vita la vita così com’è, viva la vita questa vita che è solo un attimo, un lungo attimo, Viva la vita finché ce n’è”. Un pezzo che cresce, solare, sognante nel ritornello. “Tu lo sai che quello che sento è vivere in fondo ogni momento”. ⇑ (freccia su)

Clara, “Febbre”: Inizia lenta, poi cambia ritmo che “sale e scende”, come cita nel testo. Il pezzo prende un ritmo adrenalinico, sostenuto nel ritornello. Gioca con i diversi sound nella durata del brano, “Dimmelo se ciò che provi è solo febbre che sale e scende che mi fa male, male”. Un pezzo dance che promette di portare energia sul palco e che mostra un altro lato della cantante dopo “Diamanti grezzi”.  ⇔ (freccia media)

Willie Peyote, “Grazie ma no grazie”. Ironica e ficcante allo stesso tempo. “E c’hai provato anche più volte dei Jalisse ma l’insistenza non è mai così di classe”. Vibes alla Dargen D’Amico delle precedenti edizioni, per restare nelle percentuali dei generi in gara e di richiami noti. E non mancano efficaci passaggi di critica: “Dovresti andare a lavorare e non farti manganellare nelle piazze, grazie ma no grazie”. Punta sul senso delle frasi, giocando sui luoghi comuni. Efficace.

Noemi, “Se t’innamori muori” Ballad che ben valorizza il ritorno della cantante a Sanremo. “Impossibile scordare quelle notti, con il sorriso e con le borse sotto gli occhi, la sensazione che se t’innamori muori serenamente”. Si sente la penna di Mahmood nello stile, insieme a quella di Blanco. Un brano impegnativo da cantare, la voce di Noemi esplode in tutte le sue sfumature. “Perché in fondo sai, che se, sto qua, ti stringerei fino ad odiarti ma lo so, non è facile, lasciarsi perdere, serenamente”. Noemi è tornata e lo ha fatto con una ballad convincente.

Lucio Corsi, “Volevo essere un duro”: Malinconico, con un intenso utilizzo del pianoforte, il pezzo tra nostalgia di presente e passato. “Quanto è duro il mondo per quelli normali che hanno poco amore intorno O troppo sole negli occhiali”. Parla di come avrebbe voluto essere altro da quello che è: un robot, medaglia d’oro di sputo. “Volevo essere un duro però non sono nessuno” riflette, evidenziando come non abbia senso fuggire dalle proprie paure. “Non sono altro che Lucio” è la chiosa della canzone.

Rkomi, “Il ritmo delle cose”. Nomen omen, titolo che è una garanzia. Il ritmo non manca nel ritornello mentre le strofe che lo precedono sembrano assumere il ruolo di un lento crescere verso “Il ritmo delle cose, il ritmo che ci muove, ci corre nella gola e ci spezza le parole”. Rkomi torna con un pezzo che “picchia” ancora di più del brano portato in brano qualche anno fa. Anche in questo caso, l’Ariston sarà scosso.

The Kolors, “Tu con chi fai l’amore” Anche in questo caso, la band punta a cercare di dare vita ad un tormentone. Non ci allontaniamo dai ritmi dei recenti “Italodisco” e “Un ragazzo una ragazza”. Ormai sembra essere diventato il loro marchio di fabbrica. Cantano: “Tu con chi fai l’amore e perché, sale come un ascensore quando vengo da te”. Radiofonica come ogni loro progetto ma non sorprende. ⇓ (freccia giù)

Rocco Hunt, “Mille vote ancora”. “Mi dicevano tu non sarai mai nessuno” racconta in un brano molto personale. Ricordi della sua infanzia e della sua adolescenza per poi utilizzare il dialetto napoletano nel ritornello (e anche in parecchie strofe). Il pezzo è quello che ci aspettiamo da Rocco Hunt, diventato noto proprio a Sanremo con “Nu juorno buono”. Al suo interno non manca l’elemento sociale.

Rose Villain, “Fuorilegge”. Vocalmente impegnativa l’interpretazione in questo pezzo “Ma forse ho oltrepassato il limite di ore senza te, sento il tuo nome e inizia a piovere fuori e dentro me”. Come nello scorso Sanremo, si mescolano le carte, le atmosfere ,tra quelle nostalgiche e dolore del “crimine” di pensare all’altra persona, con il ritornello che spazia e diventa ritmico con “Fuorilegge parliamo domani Bonnie e Clyde”, fino addirittura a strizzare l’occhio al coro gospel. Nel testo la citazione con “Ascolto Almeno Tu nell’Universo”, Vari generi fusi insieme fra di loro come ci ha abituati anche l’anno scorso.

Brunori SAS, “L’albero delle noci”: “Che tutto questo amore io non lo posso sostenere perché conosco benissimo le dimensioni del mio cuore”. La canzone si inserisce nello stile che ha reso celebre e amato il cantautore, tra poesia e malinconia. “Vorrei cantare senza parole, senza mentire per paura di farti soffrire”. “Sono cresciuti troppo veloci questi riccioli meravigliosi” canta dolcemente nel finale, perfetto simbolismo del tempo che passa. Brunori ha scelto un pezzo che può essere apprezzato dal ‘nuovo pubblico’ e anche da chi ascolta e apprezza, da sempre, la sua scrittura.

Serena Brancale, “Anema e core”. Ritmo “latino” strizzando l’occhio apertamente al genere neo-melodico “Baby I love u, Nenné ti amo, non lo so se ti suonerà neo-melodico ma stanotte ti dedico: Anema e Core”. Ritmo sostenuto, frenetico. L’immagine ideale che passa per le mente, ad accompagnare il pezzo, è quella di un ballo in strada, scalzi, in atmosfere alla “Pane amore e fantasia”.

Irama, “Lentamente”. Canta di una lei crudele mentre si ingannavano che la storia fra loro fosse solamente sess0. Quello che racconta è la fine di una storia: “Non cambia niente, lentamente si sta spegnendo ogni f0ttuto sentimento”. Anche quest’anno, Irama non si risparmia con l’uso impegnativo delle voce. Si sente il timbro di Blanco, soprattutto nel ritornello. Pensate ad una ballad di Irama e unitela con un pezzo lento “Blanco style”. Ecco prendere forma Lentamente.

Marcella Bella, “Pelle diamante”Forte, tosta, indipendente, str0nza, forse ma sorprendente”. Anche in questo caso, come accaduto negli anni scorsi, un pezzo che prende un grande nome della musica e mostra come sia in grado di essere attuale. Un brano elettropop nel quale si comprende quanto si stia divertendo a cantarla. Un inno di se stessa, della propria personalità, un girl power manifesto di intenzioni.

Achille Lauro, “Incoscienti giovani”. ‘Amore disperato’ se l’è giocata prima di Sanremo e poteva essere un ottimo inedito con alte probabilità di vittoria. Con “Incoscienti giovani” resta in queste sfumature (“Amore mio veramente se non mi ami muoio giovane”). Una ballad che colpisce ed è efficace, resterà tra i classici come “C’est la vie”. Non era facile presentare e trovare un pezzo valido quanto il suo ultimo inedito, ma Achille Lauro è riuscito nell’impresa.

Elodie, “Dimenticarsi alle 7” Elodie non punta al tormentone in stile “Bagno a mezzanotte” e vuole dimostrare e ricordare a tutti quanto sappia cantare (bene) e si mette alla prova con un ritornello dove esplode, al massimo, la sua vocalità. Ovviamente il pezzo è radiofonico, in stile “dance malinconico” ma con un uso non indifferente della voce. “Dicevi stasera Dove vai amore Ora che ho bisogno di te, ancora e ancora di più” ci accompagnerà per mesi, statene certi.

Tony Effe, “Damme ‘na mano”. Atmosfere gitane nel brano dall’inizio e nel ritornello, sembra quasi un tipico stornello romano. “Damme ‘na mano che c’ho ner core Solo una donne e ‘na canzone”. Un brano di ispirazione romantica per il trapper che inserisce anche diversi passaggi parlati. Arriva a Sanremo con un pezzo inaspettato ma in grado di poter piacere a un pubblico ampio.

Massimo Ranieri, “Tra le mani il cuore” Scritta da Tiziano Ferro e Nek, si sente la penna di Ferro “La vita intera con il cuore in mano il mondo l’ha già fatto a pezzi eppure lì rimane”. Quello che ci si aspetta da Massimo Ranieri, un pezzo che punta al pathos Ranieri/Ferro/Neviani. Molto orchestrale, fedele alle sue tradizioni e in linea con le attese. “Perdere l’amore” atto secondo? No, e non è nemmeno giusto sperarlo. ⇔ 

Sarah Toscano, “Amarcord” Il pezzo prende quota e diventa dance nel ritornello. “Cosa sei tu un dejavu mi sono illusa amarcord”. Cita Edith Piaf (“C’è un vento che m porterà, mi scioglierà le trecce di una via en rose come Edith Piaf”). Pezzo che piacerà ai più giovani, energia giovanile pura che aumenta sempre più.

Fedez, “Battito”. “Quando mi trovo a parlare di te, sei la carne è viva”. Cita Fluoxetina e Seratonina (“cercasi”). Una canzone che farà sicuramente chiacchierare: “Prenditi sogni, pure i miei soldi, basta che resti lontana da me” canta. Parla di fragilità, di sentirsi annullato, anestetizzato. Autotune ben palese.

Coma Cose, “Cuoricini”. Cuoricini ha il ritornello dell’immediato tormentone. Attenzione perché non è da sottovalutare. Immaginate un pezzo che ci accompagnerà in radio per settimane, mesi, sui social e sarà canticchiato da tanti. Avete appena fatto l’identikit di “Cuoricini”. Pezzo da top 5 almeno. Immediata e non banale nel testo, nonostante l’apparente leggerezza. Hanno fatto centro.

Giorgia, “La cura per me” Pianoforte all’inizio, poi la voce di Giorgia è protagonista assoluta di tutto il pezzo “Non so più quante volte ti ho cercato, per quegli occhi, per quegli occhi, che fanno da luna”. Si sente lo stile di Blanco ma Giorgia mostra a tutti come si canta e quanto la sua voce sia potente. Se in “Parole dette male” era più intimista, qui Giorgia prende quota fin da subito e nel finale si diletta in gorgheggi invidiabili che ci ricorda (se mai ce ne fosse bisogno) di quanto sia potente.

Olly, “Balorda nostalgia”. “Vorrei tornare a quando ci bastava ridere, piangere, fare l’amore” canta Olly avvolgendo tutti di nostalgia e malinconia, come presente nel titolo. Parla di un amore finito che vorrebbe recuperare. Anche questo pezzo sarà tra i più trasmessi, restando fedele allo stile che ha fatto apprezzare Olly e con un grande utilizzo di energia interpretativa.

Simone Cristicchi, “Quando sarai piccola”. La poesia che ci aspettavamo da Simone Cristicchi ed è proprio questa l’impressione al primo ascolto. Una canzone commovente che parla di come si invertano i ruoli invecchiando, tra figli e genitori (“Preparerò da mangiare per cena, io che so fare il caffè a malapena, ti ripeterò il tuo nome mille volte fino a quando lo ricorderai”). Un pezzo intenso che emozionerà molto. Preparate i fazzoletti, intensità pura.

Emis Killa, “Demoni” Anche qui troviamo un sound dance accattivante che probabilmente verrà apprezzato dai fan e dai più giovani. Ha bisogno (forse) di più ascolti perché rischia di perdersi in queste 30 canzoni in gara. Fa il suo ma sembra non brillare mai dopo averla sentita solo una prima volta.

Joan Thiele, “Eco”Questa mia vita è il mio viaggio ed io traccio da sola e le scelte che faccio” canta in apertura. Voce calibrata, misurata ma sensuale in grado di passare dal sussurrato al canto più impegnativo. “E se potessi dirti che qui la paura non ha età” è l’inizio del ritornello.

Modà, “Non ti dimentico”. “Sembravi una canzone che mi squarciava il petto” cantano i Modà per un pezzo che è esattamente quello che i fan della band vogliono da loro e che il pubblico si aspetta. “Ma io non ti dimentico, io no non ti dimentico”. Racconta che non glielo ha mai detto ma mentre la baciava teneva aperti gli occhi e la osservava di nascosto. Una canzone che è la quintessenza del sunto del loro repertorio. I Modà saranno i Modà di sempre.

Gaia, “Chiamo io chiami tu” Gaia porta sul palco un pezzo che unisce ritmo ed energia. Dal sound e dal ritmo può essere visto, in certi passaggi, come un brano “alla Elodie”, per farvi un’idea di cosa aspettarvi. In attesa di ascoltarla, il sound e il genere da tormentone è quello (“Chiamo io, chiami tu” ripetuto circa 12 volte. E il battito di mani (che automaticamente ci fa pensare a “Soldi”) aiuta il tormentone assicurato.

Bresh, “La tana del granchio”. “Sono soltanto un uomo e non ci so fare, E Anche se tu non lo vuoi sapere Sappi che alla fine ti voglio bene” canta, citando ricordi, costumi bagnati con il passare dei mesi. Un pezzo con potenziale che ha bisogno di più ascolti ma appare subito originale.

Francesca Michielin, “Fango in paradiso” Ballad potente, “Mi dispiace però a volte capita di volersi sempre o mai più”. Si chiede che ne sarà di lui, se ha cambiato casa, indirizzo e con chi farà un figlio. Canzone perfetta come sottofondo per una storia conclusa, segnatevelo. Ballatona bella, intensa e potente. Un ritorno sul palco in grande stile.

Shablo, Gué, Joshua, Tormento, “La mia parola” Si balla. Inizio in stile gospel, poi si cambia totalmente sound e il punto forte è sicuramente il ritornello. La missione è quella di far ballare, assicura Conti. E, in questo, sì, fa sicuramente il suo.

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