The Korean Game: perchè Squid Game poteva nascere solo in Corea

Il documentario 'The korean game' (proposto da Il Fattore Umano) svela il lato oscuro della rapida crescita economica della Corea del Sud. The post The Korean Game: perchè Squid Game poteva nascere solo in Corea appeared first on Davide Maggio.

Jan 14, 2025 - 17:40
The Korean Game: perchè Squid Game poteva nascere solo in Corea

Se è stato possibile pensare e rendere in qualche modo credibile Squid Game è perché esiste una realtà come quella della Corea del Sud, talmente votata alla competizione da risultare spietata. La seconda puntata de Il Fattore Umano (stasera alle 23:10 su Rai3) propone il documentario The korean game che indaga le conseguenze dell’impetuosa crescita economica e sociale che ha portato la Corea del Sud a diventare la società più stressata dell’Asia orientale. Quello che altri Stati hanno realizzato nel corso di secoli, i coreani lo hanno raggiunto in settant’anni diventando la quarta potenza economica asiatica e la decima al mondo per pil. Un rapidissimo sviluppo socioeconomico che nasconde molti lati oscuri.

Uno dei fattori principali del successo coreano è il suo sistema scolastico e la dedizione di tutta la nazione all’istruzione. L’intera società è basata su un sistema altamente competitivo che ha come obiettivo il successo. La competizione e la pressione sociale per un futuro brillante iniziano nei primi anni di vita. Oltre all’istruzione pubblica, i genitori garantiscono ai propri figli sin da piccoli un’istruzione privata nei costosissimi e prestigiosi hagwon, istituti scolastici specializzati in materie specifiche, che preparano i giovani coreani a sostenere il suneung, l’esame che determina il voto essenziale per accedere alle tre più prestigiose università di Seoul, le cosiddette SKY: Seoul National University, Korea University e Yonsei University. 

Questa incessante ricerca del successo ha un prezzo. Dietro la dinamicità di questo paese e la solida reputazione mondiale, la Corea del sud ha un triste primato: tra i paesi OCSE è al primo posto per tasso di suicidio dal 2006. E’ una società in cui 13 mila persone all’anno, cioè 36 al giorno, si uccidono. Il suicidio è la principale causa di morte tra i giovani.

Il viaggio di The Korean game inizia di notte, sulle sponde del fiume Han, il fiume che attraversa Seoul. Il centralino dei soccorsi dell’119 riceve una chiamata: un genitore segnala la presenza della figlia sul ponte Mapo, il ponte tristemente noto come “Il ponte dei suicidi”. La pattuglia sfreccia sul fiume alla ricerca della ragazza, per salvarla in tempo.

La figura che introduce il documentario è l’attore e regista sudcoreano Lee Jung Jae, protagonista di Squid Game. Sarà ascoltata anche la voce di Hwang Sok-yong, tra i più importanti scrittori della Corea del Sud della quale ha descritto le diseguaglianze sociali e i traumi prodotti dalla rapida modernizzazione e dal capitalismo.

Il racconto termina con una deriva surreale: uomini e donne che si rinchiudono in prigioni temporanee per scappare allo stress e altri che per comprendere il significato profondo della vita hanno bisogno di rinchiudersi, ancora una volta, in vere e proprie bare, un rituale di morte e rinascita che potrebbe sembrare uno spin-off tragicomico di Squid Game.

Per la prima volta Il Fattore Umano con The Korean game è disponibile in versione podcast su Raiplaysound. Il Fattore Umano è il programma di Rai Direzione Approfondimento che fa da fact-checking per monitorare quanto i diritti umani siano realmente rispettati nei paesi del mondo.  Una serie di 8 reportages giornalistici di 46 minuti che svelano come la libertà, in tutte le sue declinazioni, e l’uguaglianza delle persone siano violate da regimi autoritari, da autocrazie e anche in paesi democratici nei confronti dei più deboli e delle minoranze.

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