L'italiano che accumula domini internet (e li rivende a caro prezzo)
Da vladimirputin.it al coranavirus: l'imprenditore italiano che fa incetta di domini internet e che poi li rivende a caro prezzo (o quantomeno ci prova).
Michele Dinoia, imprenditore di Barletta, ha costruito un insolito impero registrando oltre 120.000 domini internet, sfruttando nomi famosi o destinati a diventarlo. Questo business, che da più di 25 anni alimenta dibattiti legali, consiste nell’accaparrarsi indirizzi web strategici per attirare traffico o rivenderli a prezzi elevati.
IL MAGO ITALIANO DEL CYBERSQUATTING
Tra i casi più curiosi, racconta un recente articolo del Corriere della Sera, emerge il dominio vladimirputin.it, registrato da Dinoia e trasformato in un portale con contenuti improbabili come consigli sui depuratori d’acqua. Il sito, attualmente in vendita, è solo uno dei tanti esempi dell’abilità dell’imprenditore pugliese nel capitalizzare su nomi di spicco. Quando nel 2020 scoppiò la pandemia, Dinoia rivelò di possedere già coronavirus.it, acquistato anni prima grazie alla sua capacità di intercettare tendenze globali.
Le sue attività non si fermano qui. Attraverso società come la Macrosten di Cipro o la Puglia.com srls, Dinoia ha gestito domini che hanno causato numerosi contenziosi legali. Tra questi spiccano quelli con aziende come Iren e Teamsystem, che hanno portato a dispute nelle camere arbitrali. Spesso queste controversie si concludono con la riassegnazione dei domini ai legittimi proprietari, ma non senza sforzi da parte delle aziende coinvolte. In questi casi, racconta il Corriere, Dinoia tenta di chiudere la controversia sul nascere pretendendo una cospicua offerta economica — ma non sempre la strategia produce l'effetto sperato, come testimoniano i tanti riscontri, cercando il suo nome, nel database del tribunale arbitrale dell’«Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale».