Leo Gassman: “Bennato è il nostro Bob Dylan, oggi la gente non legge e non si informa più”

Leo Gassman ospite dell'anteprima del film su Bob Dylan a Roma si sofferma sul suo rapporto con Edoardo Bennato.

Jan 20, 2025 - 10:02
Leo Gassman: “Bennato è il nostro Bob Dylan, oggi la gente non legge e non si informa più”
Leo Gassmann

Leo Gassman ha partecipato come ospite alla premiere di “A Complete Unknown”, il film dedicato alla vita del leggendario Bob Dylan. Nell’intervista con SuperguidaTV l’artista ha espresso la sua ammirazione per il cantautore americano, definendolo un punto di riferimento inarrivabile. Gassman ha anche citato Edoardo Bennato come l’alter ego italiano di Dylan, sottolineando quanto quest’ultimo abbia influenzato la scena musicale nostrana. Inoltre, ha affrontato temi legati alla musica contemporanea, evidenziando la rarità di messaggi sociali e politici incisivi e la scarsa popolarità di questi temi tra il pubblico di oggi.

Leo Gassman, intervista alla prima del film su Bob Dylan

Siamo alla Prima del film su Bob Dylan. Per un cantautore, credo che sia un punto di riferimento forse inarrivabile.

Sì, sicuramente è un personaggio che ha cambiato le sorti della musica, che ha portato freschezza, ha portato il suono dell’armonica, che è un suono che personalmente a me mi fa commuovere ogni volta che lo ascolto, sia che sia suonata da Bob Dylan che da Edoardo Bennato. Però sì, è un personaggio inarrivabile, ne nasce uno in tutta la storia.

Hai citato un altro grande artista, Edoardo Bennato. Ma c’è, secondo te, un Bob Dylan nella musica italiana?

Oggi? Edoardo. Edoardo è il nostro Bob Dylan, io l’ho sempre detto, ma sono tante persone a pensarlo. Mi ricordo che Edo mi raccontò qualcosa di simile, cioè che si ispirò moltissimo, sentì Bob Dylan in radio e poi decise di portare quel tipo di musica in Italia. Si fece pure fabbricare, Edoardo, il porta-armonica, che in Italia non esisteva all’epoca, quindi insomma Bob è anche questo.

Nel film si vede molto che Bob Dylan raccontava le canzoni di getto, cioè anche di notte si svegliava e scriveva quello che pensava, quello che vedeva. Quanto è importante, secondo te, che la musica di oggi torni a parlare di determinati argomenti e lasci da parte invece un linguaggio che a volte può essere considerato violento, brutto, come si vede in alcuni brani?

Guarda, è fondamentale, penso che avverrà in maniera organica e naturale, la musica è sempre stata un po’ un ciclo e devo dire che il folk sta tornando, se si parla di genere musicale, se si parla di posizioni politiche e proprio quel tipo di cantautorato impegnato, è più difficile trovarlo oggi. Ma anche perché siamo meno preparati, ci informiamo di meno, leggiamo di meno. Ora dico una cosa stupida, ad esempio, noto che nessuno legge più i libri, non leggiamo più i giornali.

In Inghilterra esiste ancora questa cosa. Un fatto che mi ha sempre stupito è vedere in Inghilterra i senza-tetto che leggono il giornale, quella è una cosa bellissima. Stiamo perdendo un po’ quell’interesse verso la cultura, verso il sapere andare oltre, ed è fondamentale che ritorni questo. Spero che questo film possa attrezzarsi della forza che può avere il cinema per portare i giovani a tornare a parlare di cose importanti e a combattere per cose importanti.