Digitale Terrestre: malumori per il ritardo del DVB-T2
Il passaggio al nuovo standard trasmissivo DVB-T2 del digitale terrestre in Italia sta procedendo a un ritmo più lento del previsto. The post Digitale Terrestre: malumori per il ritardo del DVB-T2 appeared first on telefonino.net.
Da diversi anni stiamo seguendo il passaggio al nuovo standard di trasmissione televisiva DVB-T2 HEVC in Italia. Quello che lascia perplessi molti, inclusi gli addetti ai lavori e chi vi è incluso al di là degli spettatori, è che questo passaggio sta procedendo a un ritmo più lento del previsto sulla piattaforma digitale terrestre.
Questa transizione tecnologia, presentata come fondamentale per migliorare la qualità delle trasmissioni e liberare le frequenze per il 5G, sta incontrando diverse sfide e parecchi malumori. Nello specifico diverse emittenti stanno soffrendo questo ritardo, causa anche di dispendi economici per gli investimenti necessari al passaggio.
Il processo di transizione verso il nuovo digitale terrestre, iniziato nel 2022, avrebbe dovuto concludersi entro la fine del 2023. Tuttavia, arrivati a gennaio 2025, siamo ancora in una fase abbondantemente intermedia. Le emittenti nazionali stanno ancora trasmettendo in DVB-T con codifica Mpeg-4 e il passaggio completo al DVB-T2 non è ancora avvenuto.
Digitale Terrestre: perché il DVB-T2 è in ritardo
Sono diversi i fattori che stanno contribuendo al ritardo nella fase di passaggio definitivo al DVB-T2 del digitale terrestre. In primo luogo, uno dei motivi è il parco televisori non aggiornato. Ancora molte famiglie italiane non possiedono apparecchi compatibili con il nuovo standard, nonostante i numerosi bonus offerti.
In secondo luogo ci sono i costi per le emittenti. L’aggiornamento delle infrastrutture di trasmissione comporta investimenti significativi per le aziende che a volte non vengono compensati dai guadagni. Questo è un altro importante motivo che sta causando un ritardo nello switch off al DVB-T2.
“Mentre le emittenti televisive nazionali hanno comunque una capacità trasmissiva adeguata, anche continuando a utilizzare il vecchio standard DVB-T (con compressione MPEG-4 anziché MPEG-2), al contrario, le televisioni locali sono vincolate a trasmettere con una qualità significativamente inferiore in attesa del completamento della transizione al DVB-T2/HEVC”, ha specificato Marco Rossignoli, coordinatore di Aeranti-Corallo.
In terzo e ultimo luogo, troviamo la complessità tecnica. La transizione del digitale terrestre allo standard DVB-T2 richiede un coordinamento preciso tra diversi attori del settore.
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